Gli scisti bituminosi che affiorano nei dintorni di Besano, sulle pendici del Monte Pravello e del Monte Orsa e nell’adiacente area del Monte San Giorgio in Svizzera, sono noti agli abitanti del luogo da secoli.
Tra il 1774 e il 1790 venne ripreso lo sfruttamento di una vecchia miniera a Besano al fine di ottenere materiale combustibile per il funzionamento delle fornaci.
Intorno al 1830 si pensò di sfruttare gli scisti per la produzione di gas per illuminazione. delle vie di Milano, progetto che non andò in porto.
Nel 1847 il geologo Giulio Curioni citò per la prima volta i fossili di Besano.
Nel 1854 Emilio Cornalia, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, descrisse per la prima volta un fossile di Besano: Pachypleura edwardsii.
Nel 1863 Antonio Stoppani, allora presidente della Società Italiana di Scienze Naturali, promosse uno scavo volto alla ricerca dei fossili negli scisti bituminosi.
Nel 1878 fu intrapreso uno scavo finanziato dal museo di Milano e diretto da Emilio Cornalia. Seguirono ulteriori studi sui rettili, sui pesci, sugli invertebrati, sulle piante del giacimento che andarono delineandone la ricchezza e l’interesse scientifico.
Agli inizi del ‘900 si ebbe forte impulso alla ricerca degli scisti quando si cominciò ad estrarli per la produzione di Saurolo, un unguento simile all’ittiolo utile a scopo medicamentoso per la cura di malattie della pelle.
La coltivazione delle miniere e la produzione dell’unguento si protrassero fino alla metà del ‘900. Iritrovamenti fossili effettuati nel corso dei lavori di sfruttamento minerario entrarono a far parte delle collezioni del Museo di Milano.
Purtroppo però gran parte del materiale andò perduto nel corso della Seconda Guerra Mondiale quando, nel 1943, il museo fu quasi completamente raso al suolo dai bombardamenti.
THE STORY OF BESANO SITES
Oil shales emerging in the surroundings of Besano – on the slopes of Monte Pravello and Monte Orsa as well as in the nearby area of Monte San Giorgio (Switzerland) – have been known by the locals for centuries.
Between 1774 and 1790 an old mine in Besano started to be exploited again in order to obtain combustible material for furnaces.
Around 1830 the exploitation of oil shales was considered for the production of gas to illuminate Milan’s streets, the project was unsuccessful.
In 1847 the geologist Giulio Curioni mentioned Besano’s fossils for the first time.
In 1854 Emilio Cornalia, a palaeontologist from the Museo di Storia Naturale di Milano, also referred to a Besano fossil for the first time: Pachypleura edwardsii.
In 1863, Antonio Stoppani, the President of the Società Italiana di Scienze Naturali, promoted an axcavation campaign with the aim of researching fossils in oil shales.
In 1878 a dig financed by the Museo di Milano and managed by Emilio Cornalia was conducted.
Further studies on reptiles, fish, invertebrates and plants of the field were carried out, revealing the site’s richness and scientific importance.
Great incentive to research the oil shales came about at the beginning of the 20th century, when shales were to produce Saurol, an ointment similar to Ichthyol used for treating skin conditions. Mine operation and ointment production went on until the middle of the 20th century. The fossils discovered during mining work became part of the collection at the Museo di Milano.
Unfortunately, most of the material was lost during World War Il when the museum was almost totally destroyed by bombings in 1943.