Lo rivela un nuovo studio su fossili di ittiosauri italiani e svizzeri
Pur sembrando pesci, gli ittiosauri erano rettili – per nulla imparentati coi dinosauri – che si adattarono perfettamente a vivere in mare aperto, trasformando in pinne le zampe dei loro antenati di terraferma. Nel corso della loro evoluzione, svilupparono forme molto varie e quelle più primitive, presenti anche in Italia, riservano sempre nuove sorprese. “Le pinne anteriori e posteriori sono completamente diverse: se non fossero attaccate allo stesso corpo nessuno crederebbe che appartengono a una sola specie” afferma Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, che nel 1996 diede il nome Besanosaurus leptorhynchus al più antico e famoso ittiosauro italiano.
Un articolo scientifico che descrive come nuotava il Besanosauro è stato pubblicato online il10 settembre 2024 sulla prestigiosa rivista scientifica Swiss Journal of Paleontology ed è firmato, oltre che da Cristiano Dal Sasso, anche da Gabriele Bindellini, che ha svolto questa ricerca con un dottorato finanziato dal Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università degli Studi di Milano, coordinato dal Prof. Marco Balini (UNIMI). Gli altri autori sono Andrzej Wolniewicz (Accademia delle Scienze Polacca, Varsavia), Feiko Miedema (Museo Statale di Scienze Naturali, Stoccarda) e Torsten Scheyer (Istituto e Museo di Paleontologia, Università di Zurigo).
Leggi qui l’articolo pubblicato su Swiss Journal of Paleontology
Leggi qui l’articolo del 2021, pubblicato dalla prestigiosa rivista PeerJ a cura degli stessi autori, che riesamina l’olotipo conservato a Milano e altri tre fossili mai descritti e due che in precedenza erano stati attribuiti a una specie diversa (Mikadocephalus gracilirostris). I sei Besanosauri mostrano soprattutto variazioni di taglia e dunque rappresentano con ogni probabilità diversi stadi di crescita.